Cosa ci aspetta al rientro a scuola?
Fino a qualche anno fa, avremmo parlato del rientro a scuola come di un evento ciclico e malvisto dalla maggioranza degli studenti e delle studentesse, che forse avrebbero voluto godersi un ultimo scampolo di estate prima di tornare sui banchi.
Oggi, dopo circa due anni di didattica a distanza, crediamo che la maggioranza dei ragazzi e delle ragazze sia desiderosa di rientrare in classe, rivedere i compagni e le compagne di classe, persino reincontrare i/le docenti.
Ma, quale che sia il periodo scolastico di riferimento, cosa aspetta i nostri ragazzi e, di conseguenza, le famiglie al rientro a scuola? In che modo l’incedere della pandemia di Covid-19 e delle sue varianti può influire sul rientro? Ne parliamo in questo articolo.
Quando si torna a scuola?
Questo è l’ordine cronologico del rientro a scuola per l’anno scolastico 2021/22, diviso per regioni.
Alto Adige: 6 settembre
Abruzzo: 13 settembre
Basilicata: 13 settembre
Emilia Romagna: 13 settembre
Lazio: 13 settembre
Lombardia: 13 settembre
Piemonte: 13 settembre
Trentino: 13 settembre
Umbria: 13 settembre
Valle d’Aosta: 13 settembre
Veneto: 13 settembre
Sardegna: 14 settembre
Campania: 15 settembre
Liguria: 15 settembre
Marche: 15 settembre
Molise: 15 settembre
Toscana: 15 settembre
Friuli Venezia Giulia: 16 settembre
Sicilia: 16 settembre
Calabria: 20 settembre
Puglia: 20 settembre
Al di là delle date, però, restano numerose incognite in merito a come si tornerà a scuola. L’andamento dell’epidemia, la diffusione delle varianti e il ricorso al cd. Green Pass anche tra il personale e gli studenti costituiscono i principali punti in sospeso dell’attuale situazione.
I primi studi sugli effetti della DAD
Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è determinato a far dimenticare la didattica a distanza. La DAD, necessaria all’acme dei contagi e in assenza di vaccini efficaci, è oggi ampiamente criticata sia dai docenti che dagli studenti. Secondo i primi studi scientifici, per ora limitati agli effetti della DAD sul breve termine, gli studenti in modalità virtuale hanno subito danni psicologici comparabili a quelli delle vittime di un terremoto.
Un ampio spettro di ragazzi (dalle elementari fino all’università) concorda nell’esprimere noia, fatica, stress e tristezza. «È come se avessero vissuto un terremoto o un’altra catastrofe naturale, che gli ha lasciato un malessere psicologico i cui effetti a lungo termine non sono ancora chiari», sintetizza David Lazzari, presidente dell’Ordine degli psicologi italiani. Le ricerche finora effettuate a livello nazionale sono quattro, effettuate in collaborazione con l’istituto Piepoli e inviate al Ministero dell’Istruzione per dimostrare gli effetti della DAD sugli studenti.
Green Pass e vaccini per la scuola in presenza
Alla luce delle posizioni del Ministero e delle ricerche effettuate, pur persistendo i protocolli, le distanze e le mascherine – laddove gli spazi non possano assicurare spazio tra gli studenti – sembra che il Governo propenda per l’obbligo del Green Pass per il personale scolastico, come già stabilito per medici e infermieri e ampiamente richiesto dal Comitato Tecnico-Scientifico.
Secondo i dati delle Regioni e in possesso di Palazzo Chigi, i docenti vaccinati sarebbero la netta maggioranza: l’82% ha effettuato la prima dose, mentre il 79% ha completato il ciclo vaccinale.
A settembre, secondo le previsioni del commissario per l’emergenza Figliuolo, la popolazione studentesca sarà ampiamente vaccinata sia nella fascia 12-19 che in quella 20-29 anni.
Al contrario del personale, il Governo sembra non voler richiedere il Green Pass anche agli studenti. Piuttosto sembra che si stia investendo in campagne d’informazione e comunicazione per convincere le famiglie a vaccinare anche i ragazzi
Scuola e aree di rischio
Secondo le indiscrezioni del Corriere della Sera, nelle zone bianche e gialle la scuola dovrà essere solo in presenza.
Nelle zone di rischio arancioni e rosse invece saranno i sindaci – e non i presidenti di Regione, come accaduto nell’autunno scorso – a decidere, in caso di focolai, se e dove chiudere le scuole e gli studenti da casa.
La scuola è un ambiente sicuro?
L’Istituto Superiore di Sanità si è ampiamente espresso sulla sicurezza delle scuole. Già a fine 2020, l’ISS presentò un rapporto in cui – in assenza di vaccini – si sottolineava come:
“Allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri, purché si continui ad adottare una serie di precauzioni ormai consolidate quali indossare la mascherina, lavarsi le mani, ventilare le aule e si ritiene che il loro ruolo nell’accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato”.
A distanza di un anno, possiamo affermare che anche gli effetti della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche siano chiari: con un opportuno piano per il trasporto pubblico, volto a neutralizzare i rischi negli spostamenti dei giovani.
Di sicuro il rispetto delle regole di prevenzione fondamentali, tra cui l’igiene delle mani, è necessario per far sì che tutti siano al sicuro e possano godere della scuola in presenza.
A settembre, secondo le previsioni del commissario per l’emergenza Figliuolo, la popolazione studentesca sarà ampiamente vaccinata sia nella fascia 12-19 che in quella 20-29 anni.
Al contrario del personale, il Governo sembra non voler richiedere il Green Pass anche agli studenti. Piuttosto sembra che si stia investendo in campagne d’informazione e comunicazione per convincere le famiglie a vaccinare anche i ragazzi
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