Italiani, igiene e salute nel 2021: come ci siamo comportati?

Pochi giorni fa il Censis ha presentato il suo 55° Rapporto sulla Situazione Sociale del Paese a Roma. Il rapporto, stilato annualmente dall’istituto di ricerca socio-economica indipendente, fondato nel 1964 proprio nella Capitale, cerca di sintetizzare una situazione complessa quale lo stato del paese, degli italiani e il loro rapporto con salute, sanità, igiene, stato sociale nel 2021.

Secondo quanto emerge sin dalle prime battute dell’analisi, il Covid avrebbe fatto emergere una parte della popolazione che desidera rifugiarsi in quella che l’istituto definisce “un’onda di irrazionalità”. Per il 5,9% degli italiani, circa 3 milioni di persone, cioè gli abitanti di un’area metropolitana come la città metropolitana di Napoli, il Covid non esiste. Le cifre aumentano quando si analizza la questione dei vaccini: per il 10,9% degli intervistati il vaccino è inutile e inefficace; il 31,4% lo considera invece un farmaco sperimentale. Preoccupante, infine, il dato sulla fiducia nella scienza: secondo il 12,7% questa produrrebbe più danni che benefici.

Le teorie cospirazioniste più disparate sembrano far presa su molti italiani, come nel caso di quelle pseudoscientifiche contro il 5G, di quelle razziste e xenofobe dietro “il grande rimpiazzamento” o, ancora, di quelle economiche inerenti “il grande reset”. Ma, a dispetto di questa irrazionalità, il rapporto Censis sottolinea anche come gli italiani abbiano promosso il Sistema Sanitario Nazionale per come ha reagito al prosieguo dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia di Covid-19: il 77% degli intervistati si definisce soddisfatto e, addirittura, ha aspettative per un netto miglioramento della sanità pubblica in futuro (ne abbiamo parlato anche noi nell’articolo “ Quali fasce della popolazione tendono ad ammalarsi di più”).

“Accanto al riconoscimento dell’eccezionale sforzo compiuto – afferma il Censis – stanno maturando le aspettative dei cittadini sulla sanità post-Covid”. Il 94,0% degli intervistati ritiene che sia necessario reintrodurre sui territori strutture sanitarie di prossimità, con specialisti a cui potersi rivolgere in caso di bisogno. Il 93,2% chiede un incremento stabile dei finanziamenti pubblici per la sanità pubblica. Infine circa il 70% ritiene che sia possibile ricorrere alla tecnologia e all’informatica per migliorare controlli, diagnosi e cure, anche a distanza.

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Gli italiani e la salute nel 2021

Il focus su igiene e salute del Censis ci rivela molte informazioni importanti sulle abitudini collettive degli italiani.

Aumento delle cure fai-da-te

Il 67% (82% tra i giovani) degli italiani intervistati sembra difficile poter tornare alla vita precedente. La salute è uno degli aspetti che sembra essere destinati al cambiamento.

Il Censis, in particolare, rileva un aumento della gestione autonoma dei piccoli disturbi: dei circa 46 milioni di italiani che riferiscono di aver sofferto di cefalee, mal di schiena e altri dolori “minori”, una percentuale che oscilla (in base a età, reddito e grado di istruzione) tra il 65,4% e il 77,8% afferma di aver assunto farmaci senza obbligo di ricetta, basandosi su esperienze analoghe in cui avevano interpellato il medico curante e/o un farmacista.

Di medicina e di cure fai-da-te, dei rischi e delle possibilità connesse abbiamo parlato in questo articolo.

Ricerca di protezione e prevenzione

Il Censis e gli intervistati confermano che la pandemia ha accentuato il senso di vulnerabilità di tutti noi. Circa il 40% degli italiani si sente insicuro quando pensa all propria salute e alla necessità di dover ricorrere a prestazioni sanitarie. Non solo: l’insicurezza si estende dal campo della salute verso gli stati socio-economici. È così che il 34% afferma di non essere certo di poter raggiungere condizioni di autosufficienza; il 27,4% è preoccupato dalla disoccupazione e dalle difficoltà reddituali; infine il 27,4% è preoccupato dal tenore di vita post-lavorativo e nell’anzianità.

Questi interrogativi si confrontano con una scarsa fiducia verso le istituzioni. Quasi il 62% degli intervistati ritiene che lo Stato garantirà un pacchetto definito e ristretto di bisogni essenziali, oltre i quali saranno i cittadini a dover pagare le prestazioni che desiderano (oppure, come già accade in ambito sanitario, saranno costretti a rivolgersi alle prestazioni private per avere un servizio migliore e più efficace). Secondo il 30,7% addirittura il welfare non coprirà l’essenziale e, de facto, sarà cancellato.

Maggiore attenzione per la salute

Gli intervistati paiono più attenti alla propria salute. Ciò nonostante optano per la cautela rispetto all’acquisto di farmaci online e, come anticipato, cercano anche a distanza di tenere un rapporto di confronto con il medico curante e/o il farmacista di fiducia. Alcune di queste informazioni sono confermate anche dallo Stada Health Report 2021, un sondaggio realizzato dal Gruppo Stada in collaborazione con Kantar Health.

Lo Stada Health Report 2021 è stato realizzato tra marzo e aprile 2021 e ha coinvolto 30mila persone in 15 paesi europei per presentare un quadro comunitario del rapporto tra cittadini UE e salute dall’inizio della pandemia. La metà degli italiani intervistati dal Gruppo Stada e dal Censis afferma di aver dato più importanza, nel 2021, ad uno stile di vita sano: aumentano gli acquisti di alimenti freschi e di qualità (+49%), gli integratori alimentari (+25%) o anche seguendo allenamenti online (+21%).

Eccesso di cancellazioni e rinvii di visite

La maggiore attenzione per la salute, però, ha anche un contrapposto negativo: aumentano, forse anche a causa del perdurare della pandemia, le cancellazioni e i rinvii delle visite di controllo e degli esami di screening: circa il 30% degli intervistati dichiara di aver scelto di postporre una visita.

Telemedicina apprezzata, ma non sostitutiva

Il ricorso all’informatica e alla telemedicina è ritenuto decisivo per la continuità delle cure e il costante confronto con il medico curante, anche nei momenti più delicati dell’emergenza sanitaria. Tuttavia gli intervistati affermando di continuare a preferire il contatto diretto con gli specialisti.

La figura del medico è anche la principale fonte a cui si rivolgono gli intervistati per cercare informazioni sui farmaci: modalità di assunzione, possibili interazioni ed effetti collaterali dei farmaci. Cresce, rispetto al passato, anche il ruolo del farmacista.

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