Influenza 2022: come sarà?
Durante la stagione influenzale 2020/2021 abbiamo assistito a una drastica riduzione dei casi di sindrome simil-influenzali, probabilmente per effetto del confinamento e delle misure di prevenzione contro il COVID-19.
La rete dei laboratori InfluNet (non ricordate cosa sia InfluNet? Ne abbiamo parlato qui e in uno dei paragrafi successivi) non ha ancora identificato casi di influenza 2021/2022 chiari.
Tuttavia le misure di prevenzione variano da paese a paese e, con un loro allentamento, è possibile che si assista a un aumento della diffusione dell’influenza stagionale, portando a una potenziale co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2.
Cos’è l’influenza?
Riprendiamo la dicitura riportata dall’enciclopedia Treccani: l’influenza “è una malattia infettiva acuta e contagiosa, endemica ed epidemica, causata da particolari virus (virus influenzali) di cui sono stati finora individuati un tipo A (1933), un tipo B (1940) e un tipo C (1950), nonché numerosi sottogruppi. Di tali virus, il tipo A sembra responsabile delle forme più gravi e a comportamento epidemico. I virus B e C provocano, invece, soprattutto casi sporadici e a limitata diffusione. Il virus influenzale penetra nell’organismo attraverso le vie respiratorie, per l’inspirazione di aria inquinata dai malati, che, con i colpi di tosse, lo disseminano nell’ambiente”.
È importante sottolineare che l’epidemiologia dell’influenza è solo in parte nota e, a dispetto del sentire comune, i fattori stagionali e ambientali hanno un’importanza relativa.
Sappiamo che l’influenza rappresenta un serio problema per la Sanità pubblica, poiché non è solo le poche malattie infettive che ognuno di noi sperimenta più volte nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive, ma anche e soprattutto una malattia che può avere sintomi variabili e, soprattutto, tende a presentare dei picchi di contagio con ritmi decennali (e di gravi crisi ogni 40 anni circa, come nel caso dell’influenza cd. spagnola).
I sintomi dell’influenza
L’influenza, dopo un breve periodo di incubazione (1-3 giorni), si manifesta con i seguenti sintomi:
- brividi,
- febbre,
- cefalea,
- astenia,
- dolori lombari e alla colonna vertebrale,
- infiammazione a carico della mucosa
- nasale (rinite),
- faringea (faringite),
- laringea (laringite),
- tracheale e bronchiale (tracheo-bronchite).
Vi sono però ulteriori forme cliniche dell’influenza, che possono differire per gravità e sintomi. Piuttosto frequenti, nei soggetti a rischio, sono le complicazioni (congestione polmonare, bronco polmoniti, otiti, sinusiti ecc.), causate da infezioni sovrapposte dovute ad altri germi.
Come si contrasta l’influenza?
Contro l’influenza non è stato ancora trovato un rimedio specifico e definitivo. La terapia è prevalentemente sintomatica, cioè richiede l’assunzione di farmaci allopatici che intervengono sulle problematiche riscontrate. Gli antibiotici dovrebbero essere usati solo per combattere le complicazioni, così da impedire ai virus dell’influenza di sviluppare mutazioni immuni a essi.
L’impiego di vaccini preventivi antinfluenzali finora non è risolutivo, a causa della breve durata dell’immunità che ne deriva e della stessa pluralità del virus influenzale. Se ne consiglia, comunque, l’impiego stagionale nei soggetti maggiormente a rischio (cardiopatici, bronchitici cronici, diabetici, anziani, bambini, ecc).
La circolare sull’influenza 2021/2022
Lo scorso 8 aprile il Ministero della Salute ha emanato la Circolare Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2021-2022.
Elaborata dalla Direzione Generale della Prevenzione sanitaria in accordo con l’Istituto superiore di sanità e pubblicata dopo essere stata sottoposta al Coordinamento Interregionale della Prevenzione e al parere favorevole da parte del Consiglio Superiore di Sanità, la Circolare Prevenzione e controllo dell’influenza ci aiuta a delineare le aspettative delle istituzioni in merito a cosa ci aspetta nella stagione influenzale 2021/2022.
Cosa ci aspetta per l’influenza 2021/2022?
Le aspettative sono di una recrudescenza delle sindrome influenzali, anche per l’allentamento delle misure di confinamento attuate contro la circolazione di SARS-CoV-2. Il suggerimento dell’OMS e del Ministero della Salute è, perciò, di ricorrere alla vaccinazione per le categorie a rischio. La vaccinazione costituisce la più efficace strategia di prevenzione dell’influenza.
Il documento raccomanda alle istituzioni di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale e, ai cittadini, di vaccinarsi contro l’influenza già a partire dall’inizio di ottobre. Inoltre la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata anche per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni, anche allo scopo di ridurre la circolazione del virus influenzale tra gli adulti e gli anziani.
Come essere informati sull’influenza in Italia
L’influenza e la polmonite sono classificate tra le prime 10 principali cause di morte in Italia. La sorveglianza integrata dell’influenza raccoglie dati e informazioni da varie fonti (casi gravi, Sismg, InfluWeb, InfluNet-Epi, InfluNet-Vir) per fornire un quadro nazionale dell’impatto che l’influenza ha sulla popolazione italiana.
Informazioni aggiornate sull’andamento dell’influenza sulla base dei diversi sistemi di sorveglianza sono disponibili sul sito web di FluNews Italia. Presso il sito del Ministero della Salute è costituito il centro per il ritorno delle informazioni sull’andamento nazionale dell’influenza, principalmente dirette a operatori, utenti e ai sistemi di sorveglianza europei e internazionali. Informazioni utili sull’andamento epidemiologico delle sindromi simil-influenzali e sulla sorveglianza virologica dell’influenza sono disponibili anche sul sopraccitato InfluNet.
Si sottolinea che l’incidenza dell’influenza è spesso sottostimata poiché la malattia può essere confusa con altre malattie virali e molte persone con sindrome simil-influenzale non cercano assistenza medica.
Influenza e Covid: come distinguerli
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dedicato alle differenze e alle similitudini tra Covid e influenza un primo documento già nel marzo 2020, quando la diffusione della SARS-CoV-2 sembrava limitarsi a poche aree del pianeta. Potete leggerlo, in lingua inglese, qui.
Le similitudini…
In primo luogo, il COVID-19 e i virus dell’influenza si presentano in maniera simile. Entrambi causano malattie respiratorie, con un’ampia gamma di situazioni “di mezzo”: da casi asintomatici, ma contagiosi, fino a sindromi sempre più gravi.
Entrambi i virus si trasmettono per contatto, attraverso goccioline emesse da soggetti affetti dal virus (i cd. droplet e aerosol). Di conseguenza, come abbiamo già detto poc’anzi, le misure di prevenzione sono simili: igiene, soprattutto delle mani; un buon “galateo” respiratorio (tossendo e/o starnutendo nel gomito o in un tessuto per poi pulirsi immediatamente con un fazzoletto personale); uso di filtri per l’aria (mascherine, DPI).
Anche parte dei sintomi sono simili, con un’importante differenza: la maggioranza dei malati di SARS-CoV-2 sinomatici riferisce di essere stata affetta da ageusia e da anosmia. Vi sono anche casi in cui si verifica un’alterazione parziale del gusto, detta disgeusia, o una perdita solo parziale dell’olfatto, cioè iposmia. Queste alterazioni sono comuni in alcune malattie vicine all’influenza, quali raffredori, faringiti, ecc, ma non sono direttamente imputabili alle sindrome influenzali.
…e le differenze
La velocità di trasmissione dei virus è differente. L’influenza ha un periodo di incubazione “mediano” e un intervallo seriale più breve rispetto al virus COVID-19. L’intervallo seriale, cioè la capacità di diffondersi da un individuo all’altro, per il virus COVID-19 è stimato in 5-6 giorni; per i virus dell’influenza, è in media di 3 giorni. In sintesi: l’influenza può diffondersi più velocemente del COVID-19.
Inoltre la trasmissione dell’influenza non si limita ai primi 3-5 giorni di malattia, ma può avvenire anche nel periodo presintomatico. Al contrario, secondo la letteratura disponibile finora, il virus COVID-19 sembra non trasmettersi se non 24-48 ore prima che il malato sia “positivo” (non importa se sintomatico o asintomatico).
Il numero di infezioni secondarie generate da un individuo infetto, invece, è nettamente superiore nel COVID-19: ogni malato genera mediamente tra 2 e 2,5 altri infetti, con percentuali che possono modificarsi in base alle variabili attive. L’influenza ne scatena invece meno della metà, una differenza notevole.
Infine i bambini sono un importante fattore di trasmissione dei virus dell’influenza nelle comunità. Per il virus COVID-19, invece, sembra che il dato sia opposto: la maggioranza dei bambini è infettata dai genitori e nell’ambiente casalingo, non nelle scuole.
Anche la frazione di malati gravi è molto diversa. Per il COVID-19, in assenza di vaccini, i dati indicano che le infezioni gravi colpiscono il 15% dei malati – le critiche, che richiedono la ventilazione artificiale, si attestano intorno al 5%. Le percentuali dei virus influenzali, complici le campagne di vaccinazione dei soggetti a rischio, sono nettamente inferiori: meno del 10% dei malati è in situazioni gravi e meno del 1% richiede interventi critici.
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