Il nuovo mondo: disinfezione e tecnologia “No touch” con H2O2
Covid-19: cos’è e come si diffonde
Il Coronavirus Study (CSG) dell’International Committee on taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato con il nome SARS-CoV-2 il virus responsabile dei casi di COVID-19.
È stata dimostrata la trasmissione di questo virus: 1) per via diretta attraverso goccioline (droplets, particelle di diametro superiore ai 5 nanometri) emesse fino ad una distanza di 2 metri con tosse, starnuti ma anche semplicemente discutendo; 2) per via indiretta, attraverso il contatto con superfici inanimate.
In quest’ultimo caso le particelle virali possono depositarsi sulle superfici di oggetti sottoforma di film sottile e sopravvivere per giorni. Il successivo contatto con la superficie contaminata rende infettanti le mani che se toccano una mucosa come quella del cavo orale, del naso o degli occhi possono portare al contagio.
La maggior parte dei dati presenti in letteratura relativi alla famiglia dei coronavirus, infatti, dimostrano che questi agenti patogeni possono rimanere attivi su diverse superfici inanimate, come metallo, vetro o plastica per un tempo compreso da 2 ore a 9 giorni in funzione della presenza o meno di fattori favorevoli, quali la temperatura dell’ambiente (20 °C) e la percentuale di umidità relativa del 50%.
Come avviene la contaminazione
In microbiologia la contaminazione delle superfici può avvenire per contatto con altre superfici contaminate (oggetti, utensili, mani della persona) o per deposizione. Esiste una correlazione tra la dispersione dei biocontaminanti in aria e la loro sedimentazione per gravità sulle superfici. I fattori in grado di influire su di essa sono: dimensione e densità delle particelle sospese nell’aria, livelli di umidità e ventilazione ambientale. È logico dedurre che maggiore sia la contaminazione dell’aria, maggiore sarà il numero di microrganismi che sedimentano per gravità sulle superfici.
Le leggi e il Covid-19
Prima dell’emergenza coronavirus SARS-CoV-2 la valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici era legata alla normativa in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Infatti questa costituisce un preciso adempimento di legge per il datore di lavoro (d.lgs. 81/2008).
Nelle indagini ambientali, per valutare il rischio di esposizione dei lavoratori ad agenti patogeni per via inalatoria o per contatto, è obbligatorio monitorare e contenere la carica microbiologica sulle superfici per mantenere la salubrità ambientale. Infatti l’aria e le superfici di attrezzature, piani, apparecchiature, così come le mani del lavoratore, possono rappresentare importanti veicoli di contaminazione microbiologica e potenziali fonti di trasmissione di agenti infettivi.
A causa della pandemia da SARS-CoV-2, è evidente che le considerazioni relative alla salubrità di aria e delle superfici vadano necessariamente estese in larga misura. Il rischio dell’esposizione delle persone al virus si materializza in tutti gli ambienti frequentati nella quotidianità, anche non lavorativi.
In letteratura scientifica, il rischio di contaminazione patogena delle superfici e la relativa normazione tecnica è stata affrontata, in via quasi esclusiva, per due settori: “Farmaceutico Sanitario” ed “Alimentare”. Molti lavori scientifici sono infatti incentrati sul settore ospedaliero, dove la problematica della contaminazione microbiologica delle superfici e delle attrezzature è stata negli anni particolarmente sentita.
Lo scenario odierno rende impossibile limitare queste considerazioni a settori specifici. Alcuni lavori scientifici, prima dell’avvento del Covid 19, dimostrano infatti che la contaminazione microbiologica delle superfici non può essere trascurata ad esempio in ambienti indoor.
Qualche dato alla mano
Reynolds et al. hanno valutato la carica batterica totale in 200 campioni prelevati da superfici di negozi, asili nido, uffici, palestre, ristoranti ed attrezzature da gioco per bambini, ecc. Il 93% dei campioni è risultato contaminato, in alcuni casi con concentrazione batteriche e virali molto alte (lo studio: https://www.crestclean.co.nz/wp-content/uploads/2015/11/Gerba_Seattle_School_Study_SAGE-09.pdf).
In un altro studio, Elsergany et al. hanno trovato che, su un totale di 224 campioni prelevati da superfici di 4 diversi centri commerciali negli emirati arabi, l’80% di essi mostrava cariche batteriche totali con valori da 500 a 1500 UFC/cm² (unità formati colonie per centimetro quadro). (lo studio: http://www.jenvoh.com/fulltext/62-1430664686.pdf?1595343896)
Infine Shaughnessy et al. hanno raccolto 6480 campioni da superfici diverse (banchi, porte , tavoli mensa, e lavelli dei bagni) di 27 scuole elementari degli Stati Uniti e misurato i livelli di contaminazione microbiologica prima e dopo le operazioni di disinfezione, proponendo un approccio standardizzato per la valutazione degli interventi di sanificazione e per individuare un intervallo di accettabilità dei livelli di carica microbiologica negli ambienti scolastici (lo studio: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7196692/).
In definitiva, in letteratura emerge chiaramente quanto il problema della contaminazione delle superfici in ambienti, lavorativi e non, sia confermato da risultati dei monitoraggi microbiologici effettuati.
Inoltre dai risultati si evince che le misure da attuare per la prevenzione e il controllo della contaminazione debbano necessariamente prevedere la sanificazione e la valutazione dell’efficacia degli interventi di disinfezione condotte sulle superfici.
La soluzione: un’accurata disinfezione degli ambienti
Queste considerazioni, insieme all’estesa presenza del coronavirus, rende indispensabile l’applicazione di severi protocolli per abbattere al massimo i rischi di contagio in qualsiasi ambiente.
La disinfezione diventa una componente fondamentale per il contenimento delle infezioni, e l’efficacia dei protocolli e delle linee guida applicate deve essere certificata e validata.
Inoltre, è importante che la loro applicazione si basi su evidenze scientifiche quantitative: percentuale di riduzione della carica microbica; appartenenza alle soglie di valori nelle classi di accumulo microbico (Pitzurra et al).
Diventa dunque fondamentale individuare ed applicare il protocollo di sanificazione più efficace per mantenere la carica microbica residua (dopo la disinfezione) a livelli di soglia non significativi.
Metodo di disinfezione “No touch”
La legge n. 82 del 25 gennaio 1994, il d.m. n. 274 del 7 luglio 1997 ed infine il d.l. n. 7 del 31 gennaio 2007 regolamentano, in Italia, la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione e di sanificazione e i requisiti delle imprese che effettuano tali servizi fornendone anche le definizioni:
- Pulizia: complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati e aree di pertinenza;
- Disinfezione: complesso dei procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni.

I metodi tradizionali di disinfezione delle superfici si basano, in larga misura, sull’affidabilità degli operatori per quanto riguarda l’impiego del disinfettante e l’uniformità di distribuzione su tutte le superfici per il necessario “tempo di contatto”. Quest’ultimo è il tempo necessario affinché il disinfettante esplichi la sua azione biocida.
I vantaggi della tecnologia “No touch”
La tecnologia di disinfezione “no touch” è stata sviluppata per abbattere il cosiddetto rischio operatore, cioè quanto l’esperienza, l’applicazione e la qualità del lavoratore incidono sull’efficacia del trattamento e per raggiungere superfici inaccessibili ai metodi di disinfezione manuale.
Questo metodo consente di atomizzare nell’ambiente destinato al trattamento il prodotto disinfettante, che si diffonde uniformemente su ogni cm di superficie libera presente nell’ambiente e per ogni volume d’aria.
Le dimensioni estremamente ridotte delle particelle immesse in aria rendono molto più elevata la superficie attiva del disinfettante, riducendo in questo modo i tempi di contatto e la concentrazione dell’elemento attivo in soluzione necessaria al livello di abbattimento delle cariche microbiologiche desiderato. Infatti, più sono piccole le particelle di soluzione disinfettante immesse nell’ambiente, maggiore sarà l’interfaccia di queste ultime con le superfici da trattare e più alto sarà il grado di abbattimento microbiologico.
Lavorando per saturazione ambientale il prodotto disinfetta qualsiasi superficie esposta nell’ambiente.
La strumentazione, completamente automatizzata e governata da un software, permette di impostare diversi livelli di intensità di emissione del disinfettante in relazione alla metratura cubica dell’ambiente. In questo modo si riescono a modulare i tempi di processo in funzione delle esigenze della struttura, fino ad arrivare ad un tempo di disinfezione di pochi minuti.
L’efficacia di questa tecnologia è legata alla tipologia di agente disinfettante che viene utilizzato e per effettuare una disinfezione di alto livello è importante che venga nebulizzato il prodotto idoneo.
Perossido d’idrogeno e composti dell’argento
Molti studi in letteratura, di cui si riportano le fonti in bibliografia, hanno dimostrato l’efficacia di soluzioni disinfettanti a base di perossido di Idrogeno per la distruzione batterica e l’inattivazione virale.
Cos’è e come funziona il perossido d’idrogeno
Il Perossido di idrogeno (H2O2) è considerato un forte biocida ed è ampiamente utilizzato per la disinfezione e l’antisepsi.
È un liquido chiaro, incolore, commercialmente disponibile in una varietà di concentrazioni che variano dal 3 al 90%. È stato scientificamente dimostrato che H2O2 ha un largo spettro di efficacia contro virus, batteri e spore batteriche.
Inoltre, se opportunamente catalizzato, genera radicali ossidrili OH– che per la loro estrema reattività verso le biomolecole lo rendono la specie reattiva dell’ossigeno in grado di generare i maggiori danni nelle macromolecole cellulari: proteine, acidi nucleici del DNA, e soprattutto acidi grassi polinsaturi caratteristici dei fosfolipidi di membrana. Ezra Linley et al. hanno analizzato tutti i meccanismi di interazione del perossido di idrogeno e le componenti cellulari di biocontaminanti dimostrandone l’effettiva efficacia come disinfettante di alto livello.
La rapida decomposizione dei radicali OH– in acqua ed ossigeno rende il composto non tossico e non cancerogeno, innocuo verso le persone e non nocivo per l’ambiente.
L’aggiunta di un sale dell’argento nella soluzione disinfettante nebulizzata aumenta significativamente la capacità battericida e virucida del sistema, come confermato dagli studi effettuati da M.B.Pisano et al.
(lo studio: https://www.worldscientific.com/doi/abs/10.1142/9789814354868_0009).
Gli ioni Ag+ che si liberano durante il processo di disinfezione catalizzano le reazioni dei radicali ossidrili aumentandone in maniera rilevante il potere biocida. L’azione antimicrobica dei prodotti all’argento è dovuta all’azione inibitoria degli ioni argento, sulla respirazione e su altre funzioni cellulari.
L’argento ed i radicali liberi a base di argento causano un’alterazione del trasporto elettrolitico, inattivazione del DNA batterico e virale, danni alla membrana cellulare e si legano alle proteine.
La funzione disinfettante, battericida, virucida del perossido di idrogeno e degli ioni argento è entrata di fatto nella pratica clinica e sanitaria, e questi agenti sono già ampiamente utilizzati da soli o in combinazione.
Disinfezione “No touch” con perossido d’idrogeno e composti d’argento
Come funziona?
Con la tecnologia di disinfezione “no touch”, lo strumento produce quindi un enorme numero di particelle con dimensioni comprese tra 0.3 e 0.5 µm, all’interno delle quali avviene una doppia trasformazione: l’evaporazione del solvente (acqua) e la dissociazione del perossido di idrogeno e dei complessi di argento, in ioni e radicali altamente ossidanti.
La “nebbia secca” generata è compatibile con qualsiasi materiale, scagionando eventuali problemi di corrosione, e che, non lasciando residui, fa in modo che la superficie resti asciutta ed inalterata.
È un trattamento assolutamente non invasivo perché, grazie alle proprietà biodegradabili del prodotto, non è necessario rimuovere nulla dagli ambienti da trattare: apparecchiature elettriche ed elettroniche o oggetti di qualsiasi natura vengono decontaminati senza alcun rischio o danno. Viceversa, durante il trattamento possono essere introdotti eventuali oggetti e/o macchinari in modo da ottenere la disinfezione anche di quest’ultimi.
A cosa serve?
Un’ampia documentazione scientifica dimostra che il sistema è efficace su batteri, Spore, Virus, Muffe, Funghi e Biofilm, con una percentuale di abbattimento della carica microbica del 99,9%.
Questa tecnologia rappresenta quindi una valida scelta per sanificare e disinfettare in modo intenso ogni ambiente sanitario, ma anche locali pubblici ed uffici privati, senza la necessità di spostare oggetti all’interno degli ambienti destinati al trattamento.
Il risultato è un approccio alla disinfezione degli ambienti con un impatto sulle vite personali e lavorative di tutti gli attori coinvolti poco invasivo ma molto efficace, soprattutto se paragonato ai tradizionali metodi ed ai disinfettanti a basso costo utilizzati per la sanificazione.
Gli ambienti in cui può essere applicata
Questa tecnologia è stata studiata per rispondere a un enorme ventaglio di applicazioni: grandi industrie, aziende del settore medico sanitario, ambulatori, alberghi, locali pubblici, palestre e tutti i luoghi che necessitino di una disinfezione di alto livello periodica alla luce degli avvenimenti legati alla diffusione del coronavirus.
- Ambulatori medici e studi medici professionali: sono per loro natura luoghi particolarmente esposti al rischio di infezione: pazienti, medici, personale sanitario e di servizio sono, infatti, potenziali veicoli di virus e batteri e allo stesso tempo soggetti sottoposti al pericolo di contagio.
- Laboratori di analisi: sono una categoria di ambienti in cui la pulizia e la disinfezione sono fattori di estrema importanza. La manipolazione di microrganismi patogeni e di materiali infetti o potenzialmente contaminati comporta, infatti, un altissimo rischio di infezione e contagio, che rappresenta sempre una minaccia per l’operatore sanitario, sia esso un medico o un addetto al laboratorio di analisi.
- Case di riposo: sono ambienti in cui si sviluppano e trasmettono con facilità malattie, infezioni e allergie a causa della condivisione degli spazi e dell’elevato numero di persone che vi soggiorna e che vi accede quotidianamente per lavoro.
- Alberghi e strutture ricettive: è importante garantire in questi ambienti delle condizioni igienico-sanitarie eccellenti, a tutela della salute degli ospiti e del personale di servizio. La sanificazione degli ambienti alberghieri come aree operative, spazi comuni e camere per gli ospiti, permette di riservare un trattamento più sicuro ai propri clienti.
- Ambienti di ristorazione professionale: è importante assicurare la massima salubrità degli ambienti, siano essi spazi comuni o zone operative. La sanificazione di ambienti e superfici è un trattamento che protegge il personale di servizio nel lavoro quotidiano e tutela la salute dei clienti.
- Locali pubblici: in generale, la periodica disinfezione da agenti patogeni rappresenta, quando adeguatamente comunicata, un importante fattore competitivo: il pubblico sarà invogliato a frequentarli rispetto a locali concorrenti in cui persista il timore di contrarre patologie aereo trasmesse, dalla banale influenza ad altre malattie ben più gravi, come il Covid 19.
- Locali privati come ad esempio uffici o studi di professionisti: la disinfezione con tecnologia “no touch” avrà il significativo effetto di contrastare la diffusione all’interno dell’azienda di potenziali agenti patogeni abbattendo il rischio di ammalarsi per titolari e collaboratori.
È quindi chiaro che, allo stato attuale dei fatti, la disinfezione attraverso con perossido d’idrogeno e sistema “no touch” costituisca una delle soluzioni più efficaci e sicure per affrontare l’emergenza Covid-19.
I nostri tecnici specializzati effettuano la disinfezione riuscendo a conciliare tempi brevi e risultati, senza permettere che nessun tipo di ambiente costituisca per loro un ostacolo.
Se hai bisogno di una disinfezione nel tuo ambiente lavorativo, contattaci e organizzeremo un incontro per valutare il tuo caso.
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