“Sanificazione” è un termine che conoscevamo anche prima di questo periodo, ma che restava tuttavia in disparte nella nostra memoria perché non avevamo bisogno di usarlo nella vita di tutti i giorni. 

La drammaticità di questo periodo ci ha però costretti a sentirlo sempre più frequentemente, in tv, alla radio, sui social.

È facile però che “sanificazione” venga confusa con altre parole che appartengono allo stesso ambito, a volte anche simili, ma che hanno tuttavia un significato completamente diverso. In un momento come questo, in cui parlare di sanificazione è direttamente collegato alla salute delle persone, è importante che si faccia chiarezza su cosa questo termine significhi davvero, così da avere un’idea precisa di quello con cui abbiamo a che fare. 

Cos’è la sanificazione? Chiariamo alcuni punti 

Cominciamo col dire che nell’ambito della pulizia (in senso lato) c’è una grande quantità di termini che appaiono simili tra loro nel significato, ed è quindi normale che si possa fare confusione. 

Qual è la differenza tra disinfettare e disinfestare? Cosa cambia tra un prodotto igienizzante ed uno disinfettante? Conoscere con precisione le risposte a queste domande può aiutare, per esempio, nell’acquisto dei prodotti che si vogliono utilizzare in casa, evitando di aspettarsi risultati che invece non possono arrivare. 

Andiamo quindi ad esaminare alcuni dei termini di maggiore interesse per noi. 

  • La definizione di “sanificazione” che dà il Ministero della Salute è: “un complesso di procedimenti e operazioni di pulizia e/o disinfezione e comprende il mantenimento della buona qualità dell’aria anche con il ricambio d’aria in tutti gli ambienti.Da queste parole si capisce già che sanificare è un’operazione che affronta diversi aspetti. La pulizia, intesa come semplice detersione dello sporco, deve necessariamente associarsi ad un’attività anche di disinfezione, che approfondiremo a brevissimo. Inoltre, perché la sanificazione sia completa, si deve fare in modo che gli ambienti abbiano un costante ricambio di aria, sia per disperdere ciò che potrebbe essere rimasto delle sostanze utilizzate per attuarla, sia perché una buona parte di virus e batteri hanno una maggiore proliferazione in condizioni di aria stagnante.
  • Quando parliamo di disinfezione facciamo riferimento ad un’operazione rivolta a ridurre (se non eliminare del tutto) i microbi presenti in un determinato ambiente. Questa attività avviene attraverso l’uso di prodotti disinfettanti, come possono essere biocidi o pesticidi.  Un’altra importante distinzione da fare in merito è che i disinfettanti, a differenza degli igienizzanti, sono prodotti che devono necessariamente essere controllati dal Ministero della Salute prima di essere commercializzati.  Questo perché, proprio per la loro efficacia nei confronti di microbi e minacce simili, potrebbero risultare eccessivamente nocive per l’ambiente e per le persone. Il controllo del Ministero garantisce che questi prodotti rispettino gli standard ambientali previsti dalle normative europee per il loro impiego.
  • L’igienizzazione, invece, equivale all’operazione di pulizia intesa in senso classico, ovvero come rimozione dello sporco. Sebbene non abbia la stessa efficacia della disinfezione per quanto riguarda l’abbattimento della carica microbica, è un’attività indispensabile perché la disinfezione avvenga correttamente.  I microbi, infatti, tendono a moltiplicarsi molto velocemente in ambienti con condizioni igieniche ridotte e l’effetto della disinfezione potrebbe risultare assai indebolito se la situazione restasse tale.

Tutte le informazioni qui riportate sono state prese dal portale del Ministero della Salute, che ha una pagina dedicata al chiarimento di queste definizioni. Per  approfondire ulteriormente l’argomento puoi trovare altre informazioni direttamente sulla loro piattaforma a questo link.

Sanificazione obbligatoria: cosa dice la legge 

Come abbiamo già detto, il periodo ha messo la comunità davanti alla fragilità insita nell’essere umano. Per di più, a rendere pericoloso questo virus è proprio una delle nostre caratteristiche più belle: la socialità. 

La propagazione del virus ha trovato terreno fertile in un mondo in cui i rapporti sociali sono frequenti, rapidi e semplici, dove ogni angolo della Terra è collegato con tutti gli altri. Più un posto è affollato, più è grande l’affluenza che ospita, più crescono esponenzialmente le possibilità che si diffonda questo invisibile nemico. 

Una sola persona può, nel mondo che ci troviamo a vivere adesso, essere un pericolo per tutti. Non che la colpa sia sua, ovviamente. 

In un simile contesto, e in un’ottica di arginamento dei danni e ripresa delle normali attività quotidiane in tutta sicurezza, il Governo ha reso obbligatorie le sanificazioni per ogni ambiente pubblico e privato in cui si preveda la presenza di più persone.  

Il 14 marzo scorso, i sindacati e il governo hanno firmato un protocollo, integrato il 24 aprile, in cui sono state definite le procedure da seguire per rendere sicuri gli ambienti di lavoro sia per il personale che per i clienti. 

Il 7 agosto un DPCM ha prorogato fino al 7 settembre le direttive di questo protocollo per non abbassare la guardia davanti ad un’emergenza che, purtroppo, non è stata ancora risolta del tutto.  

A questo protocollo appartengono le già note procedure di misurazione della temperatura all’ingresso, dell’affissione di segnaletica e informazioni circa il distanziamento da mantenere in caso della presenza di più persone o  il modo corretto di lavare le mani con acqua e sapone.

Non andremo qui ad esaminare nello specifico ciascuno di questi punti, ma per chi volesse farlo, qui può trovare la pagina del Ministero della Salute dedicata all’argomento, dove si può avere un quadro completo sulla questione. 

Gli obblighi per aziende, attività commerciali e luoghi pubblici 

La mancata osservanza delle norme previste dal suddetto protocollo per le attività di ogni tipo possono far incorrere in sanzioni che possono arrivare fino a 3000 euro. Inoltre, le autorità competenti possono decidere di sospendere l’attività inadempiente fino a quando non sarà resa sicura come previsto dalla legge. 

Detto questo, andiamo a vedere alcuni casi concreti di cosa andrebbe fatto.

Sanificazione di negozi e commercio al dettaglio 

Negli ambienti adibiti alla vendita, il rischio maggiore è ovviamente al momento dell’acquisto, in cui avviene il maggior numero di contatti. Tuttavia, un negozio affollato può costituire un pericolo anche altrove rispetto alle semplici casse. Ecco perché per i negozi il protocollo prevede che: 

  • Debbano predisporre di una adeguata segnaletica che spieghi ai presenti all’interno dell’attività i giusti comportamenti per la giusta prevenzione: distanza di sicurezza da mantenere, necessità di igienizzare spesso le mani, indossare sempre la mascherina.  L’osservanza di queste indicazioni dipende in gran parte dalle singole persone, ma il personale dell’attività ha l’obbligo di doverle far rispettare nel momento in cui si accorga che non lo siano. 
  • Gli accessi al negozio devono essere regolati in base alle previsioni di afflusso delle clientela, dedicando magari porte diverse per entrata e uscita o dividendo in più corsie l’accesso dalla singola porta. Questo ovviamente affinché non si creino assembramenti durante l’esercizio dell’attività.

  • Il personale addetto alla vendita deve igienizzarsi spesso le mani e la postazione della cassa deve essere provvista di barriere fisiche che dividano il personale dall’acquirente o, dove non fosse possibile, il personale deve indossare la mascherina e restare a distanza di sicurezza.

  • Se è previsto che i clienti debbano avere contatti con la merce, devono prima procedere all’igienizzazione delle mani o utilizzare dei guanti monouso.

  • Deve essere favorito all’interno degli ambienti un costante ricambio d’aria e una sanificazione quotidiana di ogni loro spazio.

  • Il negozio deve essere fornito di dispositivi per l’igienizzazione delle mani dei clienti, come dispenser per il gel.

Sanificazione degli uffici pubblici

L’afflusso di persone che questi spazi prevedono rende indispensabile porre nei loro confronti un’attenzione particolare. Vediamo in cosa consiste. 

  • Tutte le persone che debbano recarsi all’ufficio personalmente, devono aver prima prenotato il loro appuntamento. Un’accortezza del genere si rende indispensabile nell’ottica di evitare che possano crearsi assembramenti come code per l’attesa del proprio turno. 
  • Ogni ufficio deve, dove possibile, riorganizzare i suoi spazi interni al fine di rendere più semplice ai clienti il rispetto delle norme circa il distanziamento. Ad aiutare in questo processo si può pensare ad una segnaletica sul pavimento (come linee di demarcazione, frecce ed altro) che indichi le distanze da rispettare. 
  • Negli ambienti dell’ufficio devono essere presenti tutte le segnaletiche rivolte alla spiegazione al pubblico delle norme igieniche da rispettare: distanza di sicurezza di almeno un metro, utilizzo obbligatorio delle mascherine, necessità di evitare assembramenti di qualsivoglia tipo, indicazioni sul corretto modo di lavare le mani nei bagni, necessità di igienizzare frequentemente le mani con gli appositi gel messi a disposizione.  
  • L’area di lavoro, quella in cui avviene il maggior contatto con i clienti, dovrebbe essere delimitata da barriere fisiche che diminuiscano il rischio di contagio tramite droplet, ovvero la saliva nebulizzata che può essere diffusa mentre si parla. 
  • Ad ogni cliente deve essere misurata la temperatura prima del suo ingresso nell’ufficio. Nel caso in cui la persona in questione abbia una temperatura superiore ai 37,5°, non le può essere consentito l’accesso all’ambiente. La stessa persona deve poi essere invitata a tornare a casa e a fare gli adeguati controlli previsti per il trattamento del contagio da COVID. 
  • La zona di attesa deve essere fornita di un apposito dispositivo per dispensazione del gel igienizzante, così che ogni cliente presente nell’ambiente possa provvedere in totale autonomia all’igienizzazione delle mani. 
  • Le postazioni in cui avviene il contatto con i clienti devono essere sanificate in modo completo all’arrivo del cliente successivo 
  • Tutti gli ambienti dell’ufficio devono essere arieggiati in maniera costante.

La sanificazione della scuola: l’attenzione ai bambini 

La riapertura delle scuole è stato uno dei temi più caldi dell’ultimo periodo. A pesare sulla bilancia della decisione sono state l’importanza dell’istruzione e la messa in sicurezza dei ragazzi.  Alla fine si è deciso di riaprire le aule dal 14 settembre, adottando tutte le precauzioni necessarie affinché la cosa avvenga nel modo più sicuro possibile. 

Gli istituti dovranno garantire la corretta applicazione delle procedure di sanificazione in tutte le aree di interesse. 

  • Le aule: in quanto zona di maggior permanenza, dovranno essere rese del tutto sicure sanificando ogni oggetto al loro interno. Banchi, cattedra, lavagna, appendiabiti, sedie dovranno garantire agli alunni la possibilità di poter seguire le lezioni senza preoccupazioni. 
  • Le palestre: gli oggetti di uso comune, soggetti al contatto manuale di diverse persone, necessitano di un’attenzione particolare. 
  • Le mense: i tavoli, le sedie, i vassoi ed ogni altro oggetto andranno sanificati frequentemente per ridurre il rischio portato dall’elevata percentuale di contatto a cui sono sottoposti. 
  • I laboratori, le aree comuni, gli spogliatoi: ogni spazio in cui gli alunni e il personale si trovano a doversi radunare dovrà essere sottoposto a sanificazione quotidiana e igienizzazione frequente, dipendente anche dagli specifici casi di affluenza. 
  • Il materiale didattico, ludico e gli oggetti e le superfici ad alta frequenza di contatto: tutto ciò che è messo a disposizione degli alunni ed è di uso comune deve ricevere una particolare attenzione nelle procedure di sanificazione e igienizzazione, dipendenti dalla frequenza di utilizzo degli oggetti. Tastiere, appendiabiti, corrimano rappresentano elementi ad alto potenziale di contagio. 

Le procedure di sanificazione si uniscono a quelle comportamentali, sia degli alunni che del personale scolastico, e di organizzazione interna alle strutture per far sì che la scuola sia un posto del tutto sicuro. 

Qui trovi il Protocollo emanato dal Ministero della Salute in cui sono spiegati tutti i punti in merito, nel caso volessi approfondire.

Sanificare gli ambienti in modo rapido ed efficace: il metodo “no touch”

Le tradizionali procedure di sanificazione possono richiedere tempo. Questo è dovuto alla necessità di dover porre molta attenzione su ogni singolo dettaglio. Tutti gli oggetti presenti nella zona da sanificare, anche quelli più irraggiungibili, devono essere sottoposti al processo.

L’interstizio tra due mobili, per esempio, è difficile da raggiungere ma necessita comunque di essere sottoposto al processo perché la sanificazione possa dirsi davvero completa. 

Ad un simile problema risponde un metodo innovativo di sanificazione, chiamato “no touch”. Il nome è dovuto al fatto che il procedimento non necessita di nessun contatto diretto degli operatori con le zone da sanificare, ma avviene attraverso la nebulizzazione di sostanze specifiche, studiate e prodotte appositamente per questo. L’agente che sanifica, in forma gassosa, ha così modo di diffondersi ovunque e in maniera uniforme, dando la certezza assoluta che nessuno spazio sia rimasto “illeso” dal processo. 

Il metodo “no touch” di Sanismart utilizza il perossido d’idrogeno, una sostanza completamente innocua per l’uomo in caso di inalazione, ma che comunque si dissolve nell’aria in pochissimo tempo dopo il suo utilizzo, rendendo subito agibile la zona sanificata. 

Se vuoi approfondire l’argomento, puoi farlo dando uno sguardo all’articolo in cui ne abbiamo parlato in maniera molto più esaustiva.

Oltre la sanificazione: l’importanza della protezione individuale 

La sanificazione si occupa di rendere sicuri gli ambienti, ma ogni persona deve poi avere dei comportamenti che diminuiscano i rischi di contagio. Vediamo quali. 

  • Indossare mascherine protettive o visiere serve a prevenire il contagio attraverso la diffusione della saliva (il già citato fenomeno detto droplet). A seconda del modello, la mascherina può funzionare in modi diversi: la mascherina chirurgica impedisce che la saliva viaggi verso l’esterno, tutelando chi ci sta intorno; le mascherine ffp2, invece, proteggono maggiormente chi le indossa. 
  • Indossare i  guanti serve a proteggersi dal contatto diretto con oggetti, prodotti e superfici potenzialmente pericolosi. Esistono diversi materiali in cui poterli trovare disponibili, ciascuno dei quali con delle caratteristiche diverse. I guanti in nitrile, per esempio,  sono resistenti ad agenti acidi e oli, mentre i guanti in vinile sono comodi e impermeabili alla penetrazione virale. 
  • In ambienti che richiedono elevati livelli di sterilizzazione (come sale chirurgiche o mense) si può optare per l’integrazione dei precedenti prodotti con altri che proteggono anche altre parti del corpo: gambali e copriscarpe per la parte inferiore, cuffie per i capelli o tute integrali per una protezione completa. 
  • Igienizzare frequentemente le mani, soprattutto nei luoghi pubblici, con gel specifici è sicuramente la soluzione più semplice (ma anche tra le più efficaci) per fare la propria parte nella battaglia a questo virus. 

Ciascuno di noi ha quindi la possibilità di contribuire alla diminuzione del contagio, tutelando sé stesso e tutte le persone che ha intorno.