In questo articolo vi presentiamo una guida alle mascherine in commercio, alle loro classificazioni e al loro impiego per un uso corretto e consapevole di questi DPI per contrastare la diffusione del Covid-19.

Mentre continua la ricerca per lo sviluppo di un vaccino efficace contro la Covid-19, numerosi studi scientifici dedicano ampio spazio al ruolo delle mascherine nella protezione personale e nel contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2.

L’ultima notizia è l’ipotesi di due ricercatori, Monica Gandhi e George W. Rutherford della University of California di San Francisco. Secondo loro le mascherine potrebbero contribuire all’immunizzazione degli individui.

Un’ipotesi che ci sembra audace, ma che evidenzia l’importanza di indossare la mascherina.

Le più filtranti: FFP3, FFP2 e FFP1

I modelli “facciali filtranti” sono utilizzati in ambiente ospedaliero e assistenziale per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni, anche da trasmissione di infezioni da goccioline e aerosol.

Sono costituite interamente o prevalentemente di materiale filtrante.

Possono coprire, bocca e possibilmente anche il mento (in tal caso sono definite semi-maschere). Inoltre possono presentare una o più valvole di inspirazione e/o espirazione.

Sono progettate per la protezione sia da polveri sottili (generate dalla frantumazione di solidi), sia da nebbie a base acquosa e nebbie a base organica (aerosol liquidi) e fumi (liquidi vaporizzati).

Sono certificati ai sensi del D.lgs. n. 475/1992 e sulla base di norme tecniche armonizzate, scaricabili gratuitamente a questo indirizzo.

Nello specifico, la norma tecnica UNI EN 149:2009 specifica i requisiti minimi per le maschere filtranti antipolvere, utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie, ai fini di garantirne le caratteristiche di efficienza, traspirabilità, stabilità della struttura attraverso prove e test tecnici.

Le tre classi differiscono in funzione dell’efficacia filtrante e della perdita totale verso l’interno (la % di aria in ingresso nell’area di respirazione e quindi anche di inquinanti ambientali o agenti potenzialmente patogeni come il Sars-Cov-2).

  • Classe FPP3: sono un dispositivo di protezione delle vie aeree comunemente utilizzato nelle industrie tessili, minerarie, farmaceutiche, edili, siderurgiche, nei processi di smaltimento dei rifiuti, nei laboratori di analisi e anche dagli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti e dal personale di ricerca esposto ad alto rischio.Sono in grado di proteggere le vie respiratorie da polveri, nebbie e fumi di particelle tossiche (amianto, nichel, piombo, platino, rodio, uranio, pollini, spore e virus) con una concentrazione fino a 50 volte il valore limite previsto dalle normative.Hanno una capacità filtrante di almeno il 99% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore dell’2%.
  • Classe FFP2: offrono un secondo livello di protezione delle vie respiratore.Oltre che nelle industrie delle FFP3, il loro uso è diffuso anche nell’industria agricola e ortofrutticola, automobilistica e del legno (tranne il legno duro), nei laboratori di analisi e anche dagli operatori sanitari o personale esposto a rischi basso-moderati.

    Sono in grado di proteggere le vie respiratorie da polveri, nebbie e fumi di particelle con un livello di tossicità medio-basso.

    Hanno una capacità filtrante di almeno il 94% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore dell’8%.

  • Classe FFP1: assicurano un primo livello di protezione delle vie respiratorie in ambienti polverosi e che contengono particelle in sospensione.Si tratta quindi di maschere semi-facciali antipolvere comunemente utilizzate in diversi settori.

    Sono in grado di proteggere le vie respiratorie da particelle solide e liquide non volatili quando la loro concentrazione non supera 4,5 volte il valore limite* di soglia previsto dalla normativa.

    Hanno una capacità filtrante di almeno l’80% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore del 22%.

    Non sono idonee per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea.

MASCHERINE CHIRURGICHE MEDICALI CONFEZ. 50 PZ. sanismart

Le più comuni: le mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente.

Limitano la trasmissione di agenti infettivi e ricadono nell’ambito dei dispositivi medici di cui al D.Lgs. 24 febbraio 1997, n.46 e s.m.i.

Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e in luoghi ove si presti assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, RSA, ambulatori, ecc).

Le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono essere prodotte nel rispetto delle norme tecniche UNI EN 14683:2019 e UNI EN ISO 10993-1:2010.

Tali norme designano le prove di valutazione per le mascherine all’interno di un processo di gestione del rischio e ne determinano i requisiti di resistenza a schizzi liquidi, traspirabilità, efficienza di filtrazione batterica, pulizia da microbi.

Quindi, anche se meno filtranti, se indossate correttamente anche le mascherine chirurgiche possono proteggerci dalle infezioni.

Sono composte da 3 o più strati di materiale poroso, in tessuto non tessuto, e riescono a filtrare le particelle droplet e le particelle aerosoliche.

Tutti gli altri modelli

Oltre ai modelli sopra elencati, è possibile acquistare numerose mascherine di fattura differente.

Questi modelli possono essere in tessuto, poliuretano oppure altri polimeri. Alcune volte, soprattutto nei paesi asiatici e nei negozi online, possono essere soprannominate “pitta mask”.

Ogni altra mascherina in commercio e diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale.

Pertanto dette mascherine non sono sottoposte a valutazione né da parte dell’ISS, né da parte dell’Inail.

La vendita di questo modello è permessa dalla legge ai sensi dell’art. 16, co. 2, del d.l. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto.

Le mascherine in questione non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale.

MASCHERINA FFP2 – 20 PZ. sanismart (1)

I filtri e le loro classificazioni

Oltre alle norme fin qui citate, altre normative interessano la classificazione del materiale filtrante.

In commercio è possibile trovare differenti diciture di classificazione, che si rifanno principalmente a definizioni europee o statunitensi.

L’Unione Europea, nelle guide dell’EU PPE (European Union – Personal Protective Equipment), identifica tre categorie di filtri per polveri: la classe P1, in grado di fornire protezione da polveri solide, e i filtri P2 e P3, classificati in base alla loro capacità di filtrare soltanto particelle solide o particelle solide e nebbie.

Analogamente, negli Stati Uniti, l’Istituto per la sicurezza e la salute sul lavoro ha definito alcune categorie di filtri anti particolato in base alla resistenza agli oli (N, non resistente gli oli, e R, resistente agli oli), alla impermeabilità agli oli (P), e alla capacità filtrante.

In entrambi i casi, la dicitura del filtro è accompagnata da un numero che indica la capacità filtrante del modello.

Facciamo un esempio.

La nostra mascherina FFP2 è marcata KN95.

Ciò significa che è dotata di un filtro anti particolato non resistente agli oli in grado di filtrare il 95% delle particelle sospese nell’aria.

Di conseguenza le diciture N99 e N100 indicano dei filtri anti particolato non resistenti agli oli in grado di filtrare, rispettivamente, il 99% e quasi il 100% (circa il 99,97%) delle particelle aeree.

La dicitura K, invece, indica un’ulteriore classificazione: la capacità filtrante delle molecole di ammoniaca e derivati.

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A cosa servono le valvole?

Alcune mascherine di protezione possono essere dotate di valvole di espirazione: a cosa servono?

Le valvole non hanno alcun effetto sulla capacità filtrante del dispositivo.

Piuttosto assicurano un comfort maggiore quando la mascherina è indossata per molto tempo.

Le valvole lasciano fuoriuscire l’aria che respiriamo dal dispositivo, riducendo l’umidità che si forma al suo interno ed evitando così la formazione di condensa.

Ciò previene piccoli fastidi, come l’appannamento degli occhiali, e facilita la respirazione.

Attenzione però, perché le valvole non filtrano le particelle virali in uscita.

In altre parole l’utilizzo di mascherine con valvole è sconsigliato se si teme di poter essere infetti ovvero di essere entrati in contatto con soggetti positivi.

Durata e riutilizzabilità

Le mascherine FFP e chirurgiche possono riportare, sulla confezione di vendita, se sono riutilizzabili o meno.

Nel primo caso sono marcate con la lettera R o, nel caso siano monouso, presentano la dicitura NR.

Talvolta questa segnatura può essere accompagnata dalla lettera D.

La D indica che la mascherina è stata sottoposta a un test, opzionale, relativo ai requisiti di intasamento.

La maggior parte delle mascherine non è riutilizzabile, né va conservata dopo l’uso, essendo appunto monouso.

Una mascherina monouso ha una durata limitata che varia in base al suo utilizzo.

Generalmente, deve essere sostituita quando si riscontra un’alta resistenza respiratoria.

Online sono disponibili delle istruzioni per “sanificare le mascherine”, utilizzando alcol o altri disinfettanti.

Non vi è alcuna prova scientifica della loro efficacia. Anzi, il rischio è che certi trattamenti deteriorino ulteriormente la mascherina.

Per quanto riguarda tutti gli altri modelli di mascherine non medicali, queste sono spesso lavabili.

In questo caso il lavaggio dev’essere effettuato secondo le istruzioni riportate sulla confezione.

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Come indossare una mascherina?

Affinché una mascherina possa essere efficace, è necessario indossarla in modo corretto.

Nello specifico, il dispositivo di protezione deve adattarsi ai contorni del viso, coprendo naso e bocca.

Gli elastici devono essere assicurati adeguatamente dietro le orecchie ovvero dietro al capo.

Infine l’uso delle mascherine dev’essere sempre accompagnato dal rispetto di appropriate norme igieniche, del distanziamento fisico e delle altre raccomandazioni introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19.